Ripristini ambientali

In questi ultimi anni ho impiegato la maggior parte del mio tempo lavorativo ripristinando ambienti, in modo particolare quelli utili agli animali selvatici. Ho lavorato per Aziende che hanno miniere a cielo aperto, per cavatori, per associazioni, per scuole, per privati. A volte lavoro insieme a mia figlia Alice: la sua competenza in campo agronomico mi è spesso preziosa.

Ripristinare o ricreare ambienti naturali utili agli animali selvatici significa costruire dal nulla un piccolo ecosistema che possa dare asilo alla fauna: un prato, con fiori ed erbe apprezzate dalle farfalle, uno stagno, per dare la possibilità di riprodursi alle libellule, una siepe, per dare riparo e cibo agli uccelli.

Non solo! Si possono arredare e completare ambienti di per sé già ospitali, come ad esempio un giardino privato, per renderli ancora più ricchi di vita, inserendo fiori, arbusti, piante o piccoli ambienti d’acqua .

Sono convinto che ricreare ex-novo o ripristinare gli ambienti laddove esistevano già, possa essere il vero contributo che l’uomo può dare oggi alla conservazione della fauna selvatica, soprattutto dove l’uomo è presente massicciamente. Pensiamo alle nostre campagne: quanto sono spoglie di alberi, siepi, stagni, incolti. Sarebbero ricche di cibo come mais, grano, riso, girasole, che molti animaletti, primi tra tutti i micro-mammiferi, potrebero utilizzare. Ma non lo fanno perché non hanno una “casa” dove ripararsi. Ecco l’importanza di ricreare boschetti, macchie arbustive, piccole paludi, prati abbandonati che diano asilo alla piccola fauna.

Pensiamo a quanto sarebbe utile ripristinare anche un piccolo stagno che è stato da poco distrutto, ad esempio per la costruzione di una strada. Gli anfibi non avranno più il luogo dove si sono riprodotti per generazioni e spariranno, letteralmente si estingueranno da quell’area. Se invece l’uomo a fianco dello stagno distrutto ne creerà subito uno simile darà la possibilità a rane e rospi di continuare a vivere.

Pensiamo alle città che ora sono in gran parte inospitali alla fauna selvatica. Ma se noi arredassimo i balconi dei palazzi , le terrazze dei capannoni, i viali, i parcheggi con fiori, cespugli e alberi, anche in vaso, quanta fauna selvatica si potrebbe ospitare.

L’uomo deve rinverdire ogni parte di suolo nudo, contribuendo così non solo al benessere della fauna ma anche a raffreddare il pianeta. Pensate se riuscissimo a ripristinare la vegetazione nei deserti. Ad esempio nel grande Sahara! Ritornerebbe ad essere vivo, a sostentare milioni e milioni di creature e uomini. E quante implicazioni utili al clima. Ma lo si potrà fare solo tramite la ricostruzione ambientale.

Nel ripristinare, nel ricostruire un ambiente ci sono tre cose che amo moltissimo:

• l’aspetto pratico, perché si ricuce una ferita al paesaggio e si ricrea un habitat utile alla vita degli animali selvatici e dell’uomo

• l’aspetto emotivo, perché riportare la vita laddove non c’era dà un’immensa gioia

• professionale, perché ti rendi conto che l’esperienza che hai accumulato negli anni la puoi spendere per qualcosa di utile

Quando porto in visita le scolaresche ai ripristini di zone minerarie, faccio ragionare come il materiale da esse scavato è per la nostra società indispensabile: pensate al vetro! Ma faccio capire che l’uomo dopo aver estratto queste preziose risorse può e deve rimettere le cose a posto. Questo significa sviluppo responsabile. Vedendo dal vivo i lavori di ripristino fatti, i ragazzi si rendono conto di come debba essere la mano dell’uomo sulla natura. Non distruttiva ma creativa.

Quando vedo il sorriso di un uomo che guarda affascinato le farfalle che sono ritornate nel suo giardino dopo che io e mia figlia abbiamo ricreato le condizioni giuste, mi rendo conto, quanto ricreare, ripristinare, rinverdire, arredare con fiori e cespugli sia una delle soddisfazioni più grandi che un amante della Terra possa provare.